Per la rubrica, dai nostri followers, la scrittrice Maria Lidia Petrulli, ha scritto per noi un articolo che parla di Draghi.
Oggi la prima parte.
IL DRAGO SECONDO I CELTI
Prima parte
Secondo i Celti, dall’inizio del mondo un grande serpente con ali e corna giace sotto il manto della terra.
Le sue spire si spingono sin nel profondo dell’oceano e le sue ossa sostengono le montagne più alte.
Suo è il potere che percorre il mondo, affiorando più potente là dove le sue ossa sono più vicine alla superficie.
I Druidi conoscevano queste linee di potere e ne sapevano utilizzare l’energia, nasce da qui il detto che il potere dei Druidi deriva dalle “ossa del drago”.
Il Drago non è né dio né il diavolo. È un mostro ibrido che sorge dal caos, risale alla luce dalle profondità della terra o dalle acque profonde di sorgenti sotterranee, e vive in valli nascoste, vette isolate o antichi castelli.
Possedendo anche delle ali, simboleggia le forze psichiche ed esoteriche che discendono dalla sfera spirituale. Possiede anche la potenza del fuoco, il suo alito brucia e consuma le impurità.
Rappresenta anche la forza tellurica, i poteri terribili che la materia nasconde, e i suoi scuotimenti causano terremoti e maremoti; è il tempo, la durata, l’inizio e la fine di ogni esperienza e conoscenza.
È l’unione dei quattro elementi: terra, fuoco, aria e acqua, ed è un guardiano che vigila l’accesso ai luoghi negati all’uomo ordinario.
Solo un eroe dal cuore puro gli si può avvicinare, e la battaglia col drago è in realtà una crescita interiore che, secondo i Celti, poteva compiere solo un re, che venendo in contatto con queste forze superiori, arrivava a possedere la conoscenza dei due mondi: quello dell’Aldilà e quello della Terra di Mezzo.
La battaglia col drago rappresenta quindi il tentativo di ricongiungersi alla fonte di energia primordiale che porta alla conoscenza finale e alla via per l’immortalità.
Nelle tradizioni celtiche insulari più tardive, il drago riprende la propria simbologia regale: da qui nasce Uther Pendragon, “testa di Drago”, che debellava i suoi nemici con una forza quasi magica.
Soltanto l’avvento del culto cristiano ne fa il simbolo del male.
Non quindi malvagio e avaro ma detentore di saggezza e conoscenza.
Ma non abbiamo un solo tipo di drago, e di questo parleremo in un prossimo articolo.
Maria Lidia Petrulli.
Grazie, di aver condiviso con i followers di Un italiano a Sligo questo articolo.
A presto per la seconda parte!
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