Alice Kyteler è nata nella contea di Kilkenny.
Era l’unica figlia di una famiglia fiamminga di mercanti benestanti stabilita in Irlanda dalla metà del tardo XIII secolo.
Alice era proprietaria dell’omonima locanda ben conosciuta in città perché ritrovo dell’aristocrazia cittadina.
E’ stata la prima persona registrata condannata per stregoneria in Irlanda, la sua storia costituisce uno dei primi casi europei di caccia alle streghe ed avvennero poco dopo l’elezione di Papa Giovanni XXII che nel 1320 aggiunse la stregoneria alla lista delle eresie condannate dalla chiesa cattolica.
L’unica colpa della povera Alice che venne etichettata come la strega di Kilkenny, fu quella di essere molto sfortunata in amore e di mostrarsi un’adepta del paganesimo.
Nel 1298, alla morte del padre, la donna si ritrovò ad ereditare il patrimonio di famiglia, per uno scherzo del destino infatti sia la madre che i fratelli morirono prima di lei e questo iniziò a gettare una sinistra macchia di apportatrice di sfortuna sulla giovane Alice.
Sposò in giovane età William Outlaw di circa 20 anni più anziano di lei, Outlawe potrebbe essersi offerto di convolare a nozze con la ragazza in prospettiva di affidare a lei e a un erede il suo ingentissimo patrimonio.
Infatti Alice e Outlawe si sposarono nel 1299 e dopo pochi mesi rimase incinta. Il bimbo che nacque fu chiamato William Junior ed ebbe come padrino il Cancelliere d’Irlanda, Roger Outlawe, fratello di William.
Alice Kyteler non era certo una donna da poco, imparentata com’era con l’elite politica irlandese: con il suo patrimonio decise di trasformare la casa di famiglia, la Kyteler’s House, in un ostello, che divenne punto di ritrovo per moltissime donne e uomini eretici, in un’Irlanda in cui la fede cristiana era fortissima, ai limiti dell’integralismo.
La sua taverna parallelamente divenne un luogo d’incontro per uomini d’affari di tutta l’Irlanda, desiderosi di fare trattare con una coppia tanto potente.
Ma l’idillio finì con la tragica morte di William, che fece dire al popolino che Alice Kyteler portava addosso una maledizione.
E chi è l’artefice delle maledizioni? Il Diavolo ovviamente, e a Satana si fece ricorso per spiegare gli strani riti esoterici che si diceva venissero praticati nella Kyteler’s House.
William morì sfracellandosi cadendo da una torre e le maldicenze dissero che a ucciderlo fosse stato un demone chiamato Robin, su commissione della stessa moglie che lo aveva sorpreso mentre curiosava nei sotterranei dell’ostello.
Strana ricostruzione, se si pensa che tanto il figlio quanto la famiglia del marito si strinsero a Dame Alice, aiutandola ulteriormente a livello patrimoniale.
Alice però era una donna molto affascinante e non tardò a trovare un nuovo marito il banchiere Adam Le Blont dal quale ebbe una figlia chiamata Basilia.
Nel 1310 morì Adam Le Bont, dopo un’indigestione, lasciando Alice Kyteler per la seconda volta vedova.
Il suo status di banchiere le portò in dote una notevole eredità e le voci sulla donna crebbero ulteriormente: ora a Kilkenny si diceva che lo aveva avvelenato.
Con le eredità dei due mariti Alice era già divenuta una delle donne più influenti e ricche della città.
Il lutto per Adam non durò molto perché un nuovo pretendente già frequentava la locanda!
Nel 1311, fedele alla tradizione Dame Alice si risposò per la terza volta con Richard de Valle, un proprietario terriero di origini francesi.
L’uomo, vecchio e malato, si spense dopo poco tempo per malattia e così la nostra presunta strega disse basta ai matrimoni.
Raccolse un gruppo di amici e parenti intorno alla Kyteler’s House e costituì, secondo la leggenda popolare, una vera e propria congrega di pagani dediti all’Antica Religione.
Solo dopo la sua morte si scoprì che il defunto aveva fatto appena in tempo a cambiare il testamento e lasciare tutte le sue proprietà alla cara moglie.
A quel punto Alice era la donna più ricca del Leinster.
La vita agiata non le bastava convoló per la quarta volta a nozze con John Le Poer cliente affezionato della locanda che cadde nella trappola d’amore nel 1320.
Già dopo qualche mese dai festeggiamenti John si ammaló, consapevole del passato della moglie, John temette che il suo malessere fosse conseguenza di un maleficio e si rifugiò nella abbazia di S. Francesco.
Forte della denuncia anche dei figli che erano diventati gelosi per la ricchezza accumulata dalla madre, il vescovo intervenne e cominciò un’inquisizione.
Nel 1324 Alice fu condannata per stregoneria ed eresia ed a seguito della sentenza tutti i suoi averi fu confiscati e fu scomunicata.
Questo tipo di condanna prevedeva torture e morte sul rogo.
Alice peró conosceva persone influenti e forse fu per questo che pochi giorni dopo l’arresto lei e altri dieci componenti della congrega furono fatti evadere dai sotterranei del Castello di Kilkenny.
Abbattute le guardie, scappare in Inghilterra quasi tutti i membri di questo gruppo di eretici: tutti, tranne una donna che si attardò e fu catturata dalle guardie.
E così, Dame Alice faceva vela verso l’Inghilterra, potendo contare su sicuri appoggi dei parenti anglo-normanni assieme alla figlia, alla domestica e alle altre persone. La
La leggenda ci narra infine di come la nostra protagonista si sia ritirata in un castello nei pressi di Londra e abbia vissuto, nell’ombra, fino a tarda età.
La sua amica la povera Petronilla de Meath rimase intrappolata tra le grinfie dell’Inquisizione sottoposta a sei diversi tipi di torture, alla fine crollò e testimoniò contro la sua amica, ammettendo che aveva abiurato Cristo.
Petronilla fu comunque bruciata davanti a una folla inferocita, si dice che abbia urlato il nome di Alice sperando che in ultimo fosse tornata a salvarla.
Emma.
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