Proprio a metá strada tra Sligo e Manorhamilton, la cittá in cui vivo, si possono ammirare le suggestive cascate di Glencar, un luogo magico.
Si trovano nella contea di Leitrim, vicino all’omonimo lago, dalla strada principale é possibile vedere a circa un chilometro ad ovest, un’altra cascata meno conosciuta, chiamata camino del diavolo, ma non é spettacolare come l’altra.
Anche se non é la cascata più grande d’Irlanda, è una delle più belle.
La waterfall è alta 15 metri ed é particolarmente impressionante dopo una pioggia abbondante.
Nei giorni in cui c’è anche una leggera brezza, l’acqua che cade viene soffiata verso l’alto formando una nuvola di vapore, infatti il suo nome originale in irlandese é Sruth in Agaidh an Aird, che significa il flusso contro l’aria.
Giunti sul posto si puó lasciare l’auto nell’ampio parcheggio ed ammirare uno splendido scenario lungo i piedi del Benbulben e le sponde del Glencar Lough, è un lago d’acqua dolce dove la qualità dell’acqua è stata considerata eccellente.
Tra il parcheggio e il lago vi é un prato in cui pascolano diverse pecore.
La cascata è a pochi passi dal parcheggio.
Il suono dell’acqua che scorre entra nelle orecchie, mentre attraversi la strada ed entri nel piccolo parco che le ospita.
Le cascate sono bellissime e non importa quante ne abbia visto in vita tua, il salto dell’acqua incanta sempre.
W.B. Yeats frequentava spesso la cascata nella sua giovinezza ed é stata per lui fonte d’ispirazione. ha impregnato un paesaggio visivamente bello con uno spirito di magia, meraviglia e mistero.
La cascata di Glencar é stata menziona nella sua poesia “The Stolen Child“, in cui ha scritto sul folklore irlandese associato a fate e cambiamenti.
Questa é la poesia di Yeats tradotta in italiano:
“Dove l’acqua scorrente sgorga
Dalle colline sopra Glen-Car,
In piscine tra i rushes
Quella scarsa potrebbe bagnare una stella,
Cerchiamo per la trota sonno
Sussurro nelle loro orecchie
Dare loro sogni inquieti;
Appoggiandosi dolcemente
Da felci che lasciano le lacrime
Sui giovani corsi d’acqua
Vieni via, o figlio umano!
Alle acque e al selvaggio
Con una fiaba, mano nella mano,
Perché il mondo è più pieno di piangere di quanto si possa capire”.
Emma.
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