Ci troviamo nella contea del Donegal, sul Lough Derg.
Su un’isola di questo lago, Station Island, vi è un santuario dedicato a San Patrizio e al leggendario pellegrinaggio hanno attraversato i secoli.
Sull’isola si troverebbe l’ingresso agli inferi, il suo accesso è stato chiuso definitivamente nel 1780 per impedire ai pellegrini di valicarla, durante i continui pellegrinaggi.
Prima era stata chiusa in altre occasioni, nel 1497 da Rodrigo Borgia allora papa Alessandro VI e nel 1632 da Sir James Balfour e Sir James Stewart per conto del governo irlandese.
La sua esistenza venne resa nota dal trattato “Tractatus de Purgatorio Sancti Patricii”.
Il Tractatus di Enrico di Saltrey, scritto tra il 1170 e il 1185, venne tradotto in versi da Maria di Francia nell’Espurgatoire Saint Patriz in un’epoca immediatamente successiva.
Tutto nasce da una leggenda, nella quale il Santo chiede aiuto a Dio per convertire gli irlandesi.
Questi ultimi avrebbero creduto nel suo Dio solo se questi avrebbe dato una prova della sua esistenza.
San Patrizio allora pregó Dio di aiutarlo si lasciò cadere in ginocchio e scoppiò a piangere.
Singhiozzò lacrime di frustrazione e di avvilimento e pianse per dieci minuti abbondanti, inginocchiato a capo chino, davanti al crocifisso, nel buio della sua cella.
“Io non riesco a farglielo a capire, Signore. Io ci provo, io mi impegno, ma loro non mi capiscono”.
Si asciugò gli occhi con il dorso di una mano, fissò il crocifisso, e poi si lasciò sfuggire un nuovo singhiozzo.
“La gente di qui. I pagani. Tu lo sai quanto impegno io ci metta, Tu lo sai, ma loro non mi ascoltano. Non mi credono. Peggio: decidono di non ascoltarmi. Io annuncio il tuo Vangelo, smaschero le menzogne dei loro idoli pagani, parlo delle torture che attendono tutti coloro che, ascoltata la tua Parola, rifiuteranno di accoglierla… ma loro non mi ascoltano, non ci credono. Ti prego, Signore, parlami: che cosa devo fare, a questo punto?”.
E poi, Dio gli parlò. “Potresti provare a mostrare loro il destino che attende chi rifiuta ostinatamente la Verità”, suggerì in tono propositivo.
“Oddio”. Poco mancò che San Patrizio rimanesse secco per lo shock.
“Mio caro amico: conosci il lago di Lough Derg? È a poche miglia di distanza dal luogo in cui ti trovi in questo momento”.
“…”, boccheggiò Patrizio, senza riuscire ad articolare una risposta di senso compiuto.
“Prendi una barca a remi, e attraversa il lago che ti ho indicato. Al centro del lago, vedrai un’isola. Al centro dell’isola, troverai una fenditura nel terreno, uno stretto cunicolo che sprofonda nelle viscere della terra. In verità, in verità ti dico: quello stretto cunicolo è la porta d’accesso che conduce al Purgatorio”.
“…”, ripeté Patrizio.
“Chiunque oserà varcare le porte del Purgatorio, potrà sperimentare in prima persona il destino che attende i peccatori, dopo la loro morte. Avrà occasione di meditare sulle sue scelte e di espiare, se ne ha il coraggio, parte dei suoi peccati. E tu, Patrizio, mostrerai tutto questo ai tuoi fratelli, affinché essi credano e si convertano”.
Nel trattato si legge che, attraverso il pozzo, un cavaliere, Owen, che era al seguito di re Stefano di Blois, divenuto religioso entra nell’oltretomba, percorrendo la valle dell’Inferno, assistendo a varie pene e tormenti demoniaci, per poi giungere a una montagna dove numerose anime giacciono in perfetta immobilità sinché non sopravviene una bufera che le scuote e abbatte.
Si tratta di una cavitá molto profonda, quasi senza fondo da qui l’espressione Pozzo di San Patrizio.
Chiunque fosse riuscito ad arrivare sul fondo della grotta affrontando tutte le prove lungo l’impervio cammino avrebbero ottenuto il perdono di tutti i peccati e avrebbe così ottenuto l’accesso sicuro al Paradiso.
Si hanno le testimonianze di almeno 33 famosi pellegrini che l’hanno esplorata nel corso dei secoli, era usanza che venissero chiusi all’interno della grotta per 24 ore, in preghiera e proprio le loro descrizioni sono le uniche rimaste della misteriosa località.
L’entrata era piuttosto stretta, larga 60 centimetri e alta 90 centimetri e dava accesso a una breve discesa di circa sei passi, prima di arrivare alla caverna vera e propria, divisa in due parti.
Una volta all’interno c’era una breve discesa di circa sei gradini, la grotta era divisa in due parti, una di circa 3 metri, probabilmente alta abbastanza solo per poterla percorrere in ginocchio e dopo una svolta si entrava in un’altra nicchia lunga circa 1,5 metri, ma dal momento che il sito non è mai stato scavato, possiamo contare solo su queste descrizioni della grotta.
Chissá, magari la grotta era solo un purgatorium, ovvero un nome latino che indica un luogo di pulizia e spurgo, una sorta della nostra attuale sauna, oppure una sweathouses in cui anticamente gli irlandesi entravano per inalare sostanze allucinogene, probabilmente dei funghi, in grado di alterare la percezione della realtà.
Nessuno puó dirlo e forse il vero mistero sta nel non sapere!
Sopravvive oggi come residuo vivente dell’antica Chiesa irlandese, attualmente visitabile solo ai fedeli tra giugno e agosto che vi soggiornano per tre giorni e tre notti, cibandosi solo di the caldo e qualche galletta per placare i morsi della fame.
La storia indica che probabilmente vi era una presenza religiosa attorno a Lough Derg prima del tempo di San Patrizio e che era normale per i cristiani cercare di soppiantare i siti pagani con le loro fondamenta.
Una presenza druidica vicino al lago spiegherebbe perché qui venne fondato un monastero.
Emma.
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