Tanto tempo fa quando ancora la terra era sommersa dal mare, un seme di cardo volava sostenuto dal vento.
Erano ormai 7.777.777 anni che viaggiava e viaggiava, era stanco e voleva posarsi su terra sicura.
Così si rivolse al vento:
Vento, sono stanco, sono tanti anni che viaggio sostenuto dalla tua forza, ti prego dammi un po’ di terra dove possa posarmi.
Non posso disse il vento, io sono il signore del cielo, chiedilo al mare che è signore anche della terra.
Ma voi giustamente vi chiederete: come fa un seme di cardo a parlare?
Per dir proprio tutta la verità non era un semplice seme ma era il mago Mac, che prima di essere seme era stato una goccia e prima ancora tuono.
Ritornando alla nostra storia…
Così con pazienza e senza perdere la speranza il seme si rivolse al mare:
Mare, mare, mare lo chiamò per ben tre volte.
Chi mi chiama? Disse il mare con la sua voce imperiosa.
Il sole non era ancora sorto e il mare sforzando lo sguardo vide il piccolo seme.
Dammi una delle tue terre che tieni sepolte sotto le tue acque, così che io mi possa riposare,
il mare accettò e fece emergere un pezzo di terra grigio e arso.
Il seme si sentì debole e impotente nel vedere quella terra senza vita ma il mare aggiunse:
Questa è la terra che ti dò e sarai signore di questa terra solo se supererai le prove che ti darò. Accetti?
Il seme annuì.
Dovrai far diventare la terra grigia un immenso prato verde.
Ora, il mago Mac aveva un grande potere: quello di fermare il tempo.
Così passarono anni, anzi secoli e quando tutta la terra fu ricoperta di soffice erba, Mac si rivolse al mare.
Per il mare in verità era passato un solo giorno e restò ammutolito di fronte a tanta bellezza.
Bene la prima prova è stata superata, in una notte e un giorno la tua terra dovrà essere ricca di acqua dolce, fiumi, sorgenti e laghetti dovrai creare.
Il mago Mac fermò ancora una volta il tempo e cominciò a piovere.
La pioggia scese per anni e anni forse secoli e piano piano crescevano alberi si formavano fiumi, sorgenti e laghetti.
Quando tutto fu pronto il mago Mac chiamò il mare, il quale ancora una volta pensava fosse passato un solo giorno.
Meravigliato disse: bravo!
Ora dovrai creare mio figlio così potrò dire di aver generato una creatura nuova che mi chiamerà padre!
Il Mago Mac fermò il tempo, e creò gli animali e anche un bellissimo cavaliere che uscì dall’acqua.
Il mare sempre più meravigliato questa volta ammutolì per la meraviglia e stabilì che quell’unico figlio che poi era il mago Mac fosse il padrone di tutta quella terra.
Gli lanciò, comunque, un’altra sfida:
Credo che il tuo regno abbia bisogno di gente che lo abiti e che si ricordi di me.
L’ultima cosa che ti resta da fare è creare la donna.
Il mago Mac cominciò a disperarsi perché il mare gli aveva chiesto una cosa impossibile.
Più passava il tempo più il mago si sentiva solo e triste e tanto che anche il mare era preoccupato, così decise di aiutarlo e inventò gli scacchi.
Chiamò suo figlio e disse.
Figlio questo è un nuovo gioco, se vinci io ti guarirò dal tuo male.
Se perdi continueremo a giocare e per ogni sconfitta ti chiederò qualcosa.
Ma il mare anche se non sapeva quale fosse il rimedio al male di suo figlio aveva agito a fin di bene, pensava infatti che così si sarebbe un po’ distratto.
Prepararono la scacchiera e si misero a giocare.
La prima partita fu vinta dal mare che ordinò al mago di costruire strade, una casa e di coltivare i campi.
Il mago Mac utilizzando la magia ma anche molta volontà fece tutto e la terra diventò sempre più bella.
Quand’ebbe finito tornò al mare e gli domandò:
Ecco sei soddisfatto? Allora, devi concedermi la rivincita.
Giocarono e il mare vinse nuovamente.
E anche questa partita è mia quindi scaverai la montagna e prenderai il ferro e ne farai degli utensili. E così l’uomo fece.
Quand’ebbe finito il mare vide che era stato fatto tutto per il meglio e rilanciò la sfida.
Ancora una volta il mare risultò il vincitore e ordinò di ammaestrare tutti gli animali.
E così l’uomo fece.
Andarono avanti così per anni e anni, ma un bel giorno il mago Mac diventò un semplice uomo perdendo tutte le sui poteri magici.
Disperato andò in riva al mare si sedette sulla riva e si prese la testa tra le mani sentendo una grande malinconia.
Sfinito ben presto si addormentò.
Il mare triste si sentiva impotente davanti a un così grande dolore, voleva bene a quel figlio che gli aveva sempre obbedito e decise di far di tutto per aiutarlo.
Così chiamò la luna, il vento, il sole e la terra e espose il problema.
Ben presto la terra disse:
Io metterò a disposizione la materia per modellare la donna.
E la luna aggiunse, io la bellezza e la grazia
E il vento, io le darò il respiro.
Il mare felice ringraziò e si misero al lavoro.
Ben presto il cavaliere ebbe al suo fianco una compagna e da allora non soffrì più di malinconia.
Emma.
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