Accadde un giorno che il Re del Munster vide una bella fanciulla che si stava facendo un bagno, se ne innamorò e ne fece la sua Regina.
In tutto il Paese non vi era donna così amabile quanto la bella Edain e la fama della sua bellezza giunse alle orecchie del grande e potente capo e Re dei Tuatha-de-Danann, di nome Midar.
Così egli si travestì ed andò alla corte del Re di Munster, in qualità di bardo errante, per vedere la bellezza di Edain.
Sfidò quindi il Re a scacchi.
“Chi è quest’uomo perché io debba giocare a scacchi con lui?” disse il Re.
“Mettimi alla prova” disse lo straniero “mi troverai un degno avversario.”
Ed il Re disse dunque: “Ma la scacchiera è nell’appartamento della Regina ed io non posso disturbarla“.
Tuttavia, quando la Regina venne a sapere che uno straniero aveva sfidato il Re a scacchi inviò il suo paggio con la scacchiera ed andò ella stessa a salutare lo straniero.
Midar rimase così colpito dalla sua bellezza che non riusciva a parlare e poteva solo guardarla.
Ed anche la Regina pareva turbata e, dopo poco, li lasciò soli.
“Ora, per cosa potremmo giocare?” chiese il Re.
“Lasciamo che sia il vincitore ad indicare la posta” rispose lo straniero “e qualunque cosa egli desideri gli venga data”.
“Sono d’accordo” rispose il monarca.
Quindi i due giocarono ma vinse lo straniero.
“Cosa chiedi, ora?” disse il Re. “Ti ho dato la mia parola che qualunque cosa avresti chiesto sarebbe stata tua”.
“Io chiedo Lady Edain, la Regina, come ricompensa” rispose lo straniero. “Ma non ti chiederò di darmela fino allo stesso giorno del prossimo anno”.

E se ne andò. Il Re rimase molto perplesso e confuso ma prese nota del giorno e, quella stessa notte proprio un anno dopo, diede a Tara una grande festa per tutti i principi, pose tre file di guerrieri scelti intorno al palazzo e vietò che alcuno straniero entrasse, pena la morte.
Essendo così sicuro, pensava, prese il suo posto alla festa con la bella Edain accanto, tutta splendente di gioielli e con una corona d’oro sul capo, e la festa continuò fino a mezzanotte.
Proprio in quel momento il Re vide con orrore lo straniero nel bel mezzo della sala, ma pareva che nessuno lo percepisse eccetto lui.
L’uomo fissò gli occhi sulla Regina e, avvicinatosi a lei, toccò l’arpa dorata che aveva in mano e cantò a voce bassa:
“O Edain, verrai con me ad uno splendido palazzo che è mio? Bianchi sono là i denti e nere le sopracciglia e cremisi come l’idromele sono le labbra degli amanti. O donna, se verrai dalla mia fiera gente una corona d’oro cingerà il tuo capo, dimorerai presso i dolci fiumi della mia terra e berrai l’idromele ed il vino tra le braccia del tuo amato”.
Mise quindi il braccio con gentilezza intorno alla vita della Regina, la fece alzare dal trono reale ed insieme si mescolarono agli ospiti e nessuno li ostacolò; il Re stesso era come in un sogno e non riusciva a parlare né a muoversi ma, quando si riebbe, capì che lo straniero era uno dei capi fatati dei Tuatha-de-Danann ed aveva portato la bella Edain nella sua dimora fatata.
Così mandò dei messaggeri a tutti i Re di Erin, chiedendo che distruggessero tutti i forti dell’odiata razza dei Tuatha ed uccidessero tutti fin quando la Regina, sua giovane sposa, non sarebbe tornata a lui.
Tuttavia ella non andò.
Allora il Re, per vendicarsi, ordinò ai suoi uomini di chiudere tutte le stalle dove venivano tenuti i cavalli reali dei Danann, così che morissero di fame; ma i cavalli erano di sangue nobile e nessuna sbarra o catenaccio riuscì a trattenerli: essi distrussero le sbarre e scapparono via come il vento, spargendosi per tutto il paese.
Quando i Re videro la bellezza di quei cavalli dimenticarono completamente la ricerca della Regina Edain e pensarono solo a cercare di catturare e trattenere alcuni di quei fieri destrieri con zoccoli d’argento e briglie d’oro.
Il Re divenne davvero furioso e mandò a chiamare il capo dei Druidi, gli disse che, a meno che non scoprisse il posto dove era nascosta la Regina, lo avrebbe messo a morte.
Così il Druido viaggiò per tutta l’Irlanda e cercò, fece incantesimi con gli ogham ed infine, intagliati quattro ogham su quattro bastoncini di nocciolo, gli venne rivelato che la Regina era celata nel profondo di una collina al centro dell’Irlanda, nel palazzo incantato del capo fatato Midar.
Il Re radunò dunque un grande esercito e circondò la collina, quindi fece scavare fin quando giunsero al centro, non appena raggiunsero la soglia del palazzo fatato Midar, grazie ai suoi incantesimi, inviò loro cinquanta belle fanciulle a distrarre l’attenzione dei guerrieri, tutte identiche alla Regina nelle forme, nelle caratteristiche e nell’abito, in modo che il Re stesso non fosse in grado di distinguere sua moglie tra di loro.
Ma il cuore di Edain, quando vide il marito così vicino, venne preso dall’amore per lui ed il potere dell’incantesimo decadde dalla sua anima, andò verso di lui, che la issò sul cavallo e la baciò teneramente, riportandola sana e salva al suo palazzo reale di Tara, dove vissero da allora felici.
Ben presto il potere dei Tuatha-de-Danann venne spezzato per sempre e coloro che sopravvissero presero rifugio nei sotterranei, dove esistono ancor oggi e praticano la loro magia ed i loro incantesimi e non moriranno fino al giorno del giudizio.
Emma
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