La società dei celti nell’Europa occidentale degli ultimi secoli a.C. era dominata dalla leggendaria casta sacerdotale dei druidi.
Le maggiori notizie a riguardo ci vengono fornite da Giulio Cesare, conquistatore della Gallia che si interessò alle loro usanze.
I druidi avevano il compito di adempiere ai riti di culto comprendenti anche il sacrificio umano, l’interpretazione degli auspici, la conservazione e la trasmissione del sapere tradizionale, la presidenza delle assemblee religiose, l’arbitrato nelle controversie tra tribù e l’amministrazione della giustizia civile e criminale, all’occorrenza erano guerrieri, abili chirurghi, nonché grandi conoscitori dei poteri curativi di erbe e piante.
Possiedono vaste conoscenze riguardo alle stelle e al loro movimento, alle dimensioni della terra, alla filosofia naturale e ai poteri, alle sfere d’azione degli dei immortali di cui discutono trasmettendo il sapere ai loro giovani discepoli.
Da quanto riportato esistevano sia druidi di sesso maschile che di sesso femminile, entrambi erano dediti a profetizzare il futuro in base agli esiti di sacrifici rituali di esseri umani e di animali.
Anche il calendario ed in generale il calcolo del tempo era sotto il controllo dei druidi e rientrava tra le loro mansioni principali.
E’ difficile rispondere alla domanda relativa alle effettive origini della casta sacerdotale dei druidi, anche se gli archeologi attribuiscono determinate sepolture proprio a loro o ritengano che alcuni reperti mostrano elementi del pensiero druidico, nessuna di tali attribuzioni è molto convincente, con l’unica eccezione del Calendario di Coligny, nella Gallia orientale, rinvenuto per caso nel 1897.
Si tratta di un enorme foglio di bronzo, delle dimensioni di un metro e mezzo per un metro, con l’incisione dei mesi lunari, dei giorni fausti e di quelli infausti, la numerazione tuttavia è latina, il che ci fa presupporre l’influenza del pensiero romano.
I termini druido o druida derivano da due parole celtiche dru che significa quercia e vir che indica saggezza, quindi la parola druido puó essere tradotta come: coloro che sanno per mezzo della conoscenza.
I druidi, considerati i membri più autorevoli del loro popolo celtico, non avevano tutti la stessa posizione all’interno della compagine sociale: vi era un druido capo supremo, come afferma lo stesso Cesare, vi erano poi i druidi veri e propri, che si distinguevano come sacerdoti del culto, ma anche come giudici e come consiglieri dei capi.
Essi erano le figure di riferimento della società a cui ci si rivolgeva per una molteplicità di problemi.
C’erano anche druidi cantori, che celebravano le gesta eroiche del loro popolo e accompagnavano con il loro canto i guerrieri in battaglia, essi costituivano, la memoria storica della comunità, preservavano e tramandavano le antiche leggende, ma anche le vicende storiche e i valori morali.
In fine vi erano i druidi profeti, indovini che si occupavano degli aspetti pratici connessi alla religiosità e al culto, la lettura e l’interpretazione del rituale sacrificale.
Ed è ancora interessante notare che la massima importanza del ruolo di questi personaggi all’interno della società celtica sia rilevabile anche tramite i colori ad essi attribuiti.
Infatti nella letteratura di questi popoli ad ogni casta è attribuito un colore diverso: blu, verde e giallo per la classe produttrice, alla base dell’economia celtica, rosso per la classe guerriera, ma utilizzato anche per indicare la conoscenza, in Irlanda Dagda, dio supremo, è detto Ruadh Rohfessa “il Rosso della Scienza Perfetta” ed infine il bianco che viene esclusivamente riservato ai sacerdoti.
Nella loro qualità di officianti dei riti religiosi, praticavano i sacrifici umani, per esempio, per onorare Taranis, il dio del fulmine che ardeva gli alberi delle foreste con le saette, la vittima veniva arsa viva in un tronco d’albero cavo.
Un’altra forma di sacrificio umano era quella di seppellire un neonato nelle fondamenta di un edificio nel momento in cui se ne iniziava la costruzione, in questo modo si poneva l’edificio sotto la magica protezione dell’anima del morto e nello stesso tempo si placava la collera degli spiriti di quel luogo che veniva strappato alla natura per divenire spazio dell’uomo.
Appartiene alla categoria dei sacrifici umani anche l’usanza celtica di tagliare e portarsi via le teste dei nemici uccisi in battaglia, sia come prova del proprio valore sia per impedire che il fantasma del morto tornasse a vendicarsi.
Altri sacrifici si celebravano durante feste religiose annuali, per esempio quelle legate all’anno agricolo.
Il druidismo venne bandito dagli imperatori romani in seguito all’espansione del cristianesimo.
Eppure tutto ciò non portò alla scomparsa dei druidi, in Scozia ed in Irlanda, oltre i confini dell’impero la situazione era diversa.
Si narra che la stessa Santa Brigida patrona d’Irlanda abbia trascorso la sua infanzia e probabilmente tutta la sua vita in una società profondamente impregnata di cultura celtica, che stava passando al senso religioso cristiano.
Alcune leggende legate alla sua storia la fanno addirittura figlia di una donna che era al servizio di un druido.
Non è neppure da escludere che costei, come altri druidi sia diventata un sacerdote cristiano e abbia cercato di creare, un sistema monastico basato sui misteri druidici tradizionali.
Emma.
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