Un giorno una donna stava badando le sue pecore nella valle e giunta presso un piccolo corso d’acqua.
Sedette a riposare quando, improvvisamente, le parve di udire il suono di una musica bassa e voltandosi vide ad una certa distanza una folla di persone che danzava e faceva festa.
Si spaventò e voltò il capo per non vedere quella gente ma presso di lei comparve un giovane uomo, pallido e dall’aspetto strano, che la spaventò.
“Chi sei?” chiese la donna alla fine “e perché sei accanto a me?”
“Dovresti riconoscermi,” rispose lui “perché io sono di qui ma ora sbrigati ad andartene”.
Allora ella si alzò e mentre stava andando via con lui la folla smise di danzare e corse loro dietro urlando: “Ritornate, ritornate, ritornate!”
“Non fermarti, non ascoltare” disse l’uomo “seguimi.”
Cominciarono quindi a correre fin quando non giunsero ad una collinetta.
“Siamo salvi, ora,” disse lui “qui non possono farci del male.”
E quando si fermarono le disse ancora: “Guardami in volto e mi riconoscerai.”
La donna lo guardò e seppe subito che era un uomo che era annegato l’anno precedente nel buio periodo invernale e le onde non avevano mai ridato il suo corpo.
Gettò allora le braccia in aria e gridò forte: “Hai notizie di mia figlia? L’hai vista la mia ragazza dai bei capelli che mi fu rapita sono oggi sette anni? Ritornerá mai da me?”
“L’ho vista” disse l’uomo “ma non tornerà mai più, perché ha mangiato del cibo fatato ed ora deve rimanere con gli spiriti sotto il mare, perché appartiene loro corpo e anima. Ma ora vai a casa, è tardi ed il male ti è accanto, forse la rivedrai prima di quanto pensi.”
Non appena la donna si volse verso casa l’uomo scomparve ed ella non lo vide più.
Quando infine raggiunse la soglia di casa cominciò a tremare e ad avere paura e chiamò il marito, dicendogli che c’era sulla soglia qualcuno che non la lasciava passare cadde a terra e non disse più una parola.
Quando la sollevarono era morta.
Emma.
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