Un magnifico gentiluomo dall’aspetto nobile andò una notte a casa di una donna e le disse che doveva andare con lui immediatamente, perché sua moglie aveva bisogno di una balia per il suo bambino.
Prima che la donna potesse rispondere, l’uomo la issò sul suo grande cavallo nero dietro di lui.
Ella sedette, meravigliandosi della forma alta e ombrosa dell’uomo perché poteva vedere la luce lunare attraverso di lui.
“Non temere” disse lui “ non ti accadrà nulla di male. Solo non fare domande, qualunque cosa accada e non bere il vino che potrebbe venirti offerto.”
Quando raggiunsero il palazzo, ella vide le dame più belle tutte coperte di gioielli e venne portata in una camera arredata con seta ed oro, e pizzi fini come ragnatele, su un letto sostenuto da colonne di cristallo vi era la madre, amabile come un angelo, con accanto il suo piccolo bambino.
Quando la balia ebbe vestito il bambino e lo ebbe ridato alla madre, la dama sorrise e le offrì del vino “perché così” disse “non ci lascerai mai ed io sarei molto felice di averti per sempre accanto a me”.
La donna rifiutò, anche se fu tentata dal bellissimo vino rosso lucente.
“Bene, allora,” disse il signore e padrone “ecco tre doni, potrai portarli via senza problemi, perché da essi non ti deriverà alcun male: un borsellino che non dovrà mai essere aperto ma, finchè lo possiederai, non ti mancherà mai il denaro; una cintura che chi la indossa non sarà mai ucciso in battaglia ed un’erba che ha il potere di curare tutte le malattie per sette generazioni.”
La donna venne così issata nuovamente sul cavallo con i suoi tre doni e raggiunse sana e salva la sua casa.
Per la curiosità, la prima cosa che fece fu aprire il borsellino ma non vi era nulla dentro se non alcuni fiori selvatici.
A questa vista ella si infuriò tanto da gettare via l’erba, “perché si sono solo presi gioco di me ed io non credo ad una parola delle loro storie” disse ma il marito prese la cintura e la mise al sicuro ed essa fu tramandata in famiglia di padre in figlio e l’ultimo uomo che la indossó si trovó in difficoltà e pur combattendo in tutte le battaglie, non venne mai ferito.
Dopo la sua morte nessuno seppe cosa fosse accaduto alla cintura e non venne mai più vista.
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Un’altra leggenda sui tre doni invece narra che:
Una notte una donna venne rapita e portata in un palazzo fatato per badare ad una delle bellissime dame fatate che giaceva malata nel suo letto dorato.
Mentre oltrepassava l’entrata un uomo le sussurrò: “Non mangiare alcun cibo e non prendere denaro dalle fate, ma chiedi ciò che vuoi e ti verrà accordato.”
Così, quando la dama fatata fu guarita chiese alla donna cosa desiderasse ed ella rispose: “Desidero tre cose per i miei figli e la mia razza: fortuna nella pesca, fortuna nell’apprendimento e fortuna nel gioco”, cose che le furono accordate ed ancora oggi quella famiglia è la più ricca, la più saggia e la più fortunata dell’intero vicinato.
I suoi componenti vincono ad ogni gioco e ad ogni corsa ma sempre con signorilità e senza barare, neppure il prete potrebbe batterli nell’apprendimento.
Tutti sanno che questo potere proviene loro dal dono delle fate, anche se con esso viene del bene e non del male e dal giorno dei tre desideri tutte le opere nelle loro mani nel corso delle generazioni hanno prosperato.
Emma.
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