la vigilia di novembre

La Vigilia di Novembre

Alcuni credono sia una cosa sbagliata essere in giro la vigilia di novembre.

Non importa per fare cosa, perché in quel periodo le fate svolazzano e non amano essere viste o spiate e tutti gli spiriti vengono loro in aiuto.

I mortali dovrebbero rimanere a casa o ne soffriranno, perché le anime dei morti in quella notte dell’anno hanno potere su tutte le cose e festeggiano con le fate, bevendo vino rosso da coppe fatate e danzando alla musica fatata fino al tramonto della luna.

Durante una vigilia di novembre, un uomo del villaggio rimase fuori fino a tardi a pescare e non pensò alle fate fin quando non vide un grande numero di luci danzanti ed una folla che si affrettava con ceste e borse, ridendo, cantando e festeggiando.

“Siete una compagnia allegra” disse l’uomo; “dove state andando?”

“Stiamo andando alla fiera” disse un vecchietto con un cappello con una coccarda ed una fascia dorata intorno.

la vigilia di novembre

“Vieni con noi, High, ed avrai il cibo migliore e le bevande più fini su cui tu abbia mai posto lo sguardo.”

“Portami questo cesto” disse una piccola donna dai capelli rossi.

High prese così la cesta ed andò con loro fino alla fiera, che era piena di gente che non aveva mai visto sull’isola.

Tutti danzarono, risero e bevvero vino rosso da piccole coppe, vi erano flautisti ed arpisti e piccoli ciabattini che riparavano scarpe e tutte le cose più belle del mondo da bere e mangiare, proprio come se fossero nel palazzo di un re.

Ma la cesta era molto pesante e High desiderava posarla, in modo da potere andare a corteggiare la bella giovane dai biondi capelli lunghi che stava ridendo vicino a lui.

“Bene, posa qui la cesta,” disse la donna dai capelli rossi “vedo che sei stanco.”

La donna prese quindi la cesta, la scoprì e ne uscì un piccolo vecchio, la creatura più sgraziata che si possa immaginare.

“Ah, grazie, High,” disse lui piuttosto gentilmente “mi hai portato davvero bene: io soffro di debolezza alle braccia, anche se non ho nulla da lamentarmi delle gambe, ti pagherò bene, mio buon giovane. Porgi le mani” ed il vecchio gli versò nelle mani una grande quantità d’oro, ghinee di oro lucente, quindi disse: “Ora vai a bere alla mia salute, divertiti e non avere paura di nulla di quanto vedrai o udrai.”

Tutti lo lasciarono eccetto l’uomo con la coccarda sul cappello ed una fascia rossa in vita.

“Attendi un attimo qui” disse “perché Finvarra, il re, sta arrivando insieme a sua moglie per vedere la fiera.”

Appena detto questo, si udì il suono di un corno ed arrivò un cocchio trainato da quattro cavalli bianchi da cui scesero un magnifico e maestoso gentiluomo tutto vestito di nero ed una bellissima dama con un velo argenteo sul volto.

“Ecco Finvarra con la sua regina” disse il vecchio, ma High stette per morire di paura quando Finvarra chiese: “Chi ha portato qui quest’uomo?”

Il re appariva così nero ed irato che High per poco non cadde a terra dalla paura.

Tutti risero e risero così forte che pareva tutto stesse scuotendosi dalle risate.

Arrivarono i danzatori e danzarono tutti intorno a High, cercando di prendergli le mani per farlo danzare con loro.

“Sai chi è questa gente, gli uomini e le donne che stanno danzando intorno a te?” chiese il vecchio. “Guarda bene: li hai mai visti prima?”

Quando High guardò vide una ragazza che era morta l’anno precedente e altri suoi amici che sapeva essere morti molto tempo prima, vide quindi che tutti i danzatori, uomini, donne e fanciulle, erano morti ed avvolti nei loro lunghi sudari bianchi.

Cercò di fuggire ma non vi riuscì, perché essi si erano radunati intorno a lui e danzavano, ridevano ed alzavano le braccia, cercando di attirarlo nella danza ed il loro riso pareva perforare la sua mente ed ucciderlo.

Il giovane cadde svenuto e non seppe più nulla fin quando non si ritrovò, la mattina seguente, accanto al vecchio cerchio di pietre vicino al luogo delle fate sulla collina.

Era vero che era stato con le fate, nessuno avrebbe potuto negarlo, perché le sue braccia erano tutte nere a causa del tocco delle mani dei morti nei momenti in cui avevano cercato di attirarlo nella danza.

Nelle sue tasche non vi era traccia dell’oro che il vecchio gli aveva dato, non un solo pezzo d’oro, era svanito per sempre.

High tornò tristemente a casa, perché ora aveva compreso che gli spiriti si erano presi gioco di lui e lo avevano punito, perché essi tenevano le loro feste la vigilia di novembre l’unica notte dell’anno in cui i morti possono lasciare le loro tombe e danzare alla luce lunare sulla collina ed i mortali dovrebbero rimanere a casa e non osare mai guardarli.

Emma.

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