E’ pericoloso rimanere fuori casa l’ultima notte di novembre, perché si svolge la festa delle Fate.
La notte in cui i morti hanno il permesso di danzare sulla collina con le Fate, dopo la quale devono tornare alle loro tombe e giacere nella dura e fredda terra, senza musica o vino fino al novembre seguente, quando spunteranno nuovamente nei loro sudari e si precipitano verso la luce lunare con pazze risate.
Una notte di novembre una donna dell’isola di Shark, che stava tornando a casa tardi nell’ora dei morti, si sedette a riposare quando all’improvviso spuntò un uomo che le parlò.
“Aspetta un attimo” disse “e vedrai la danza più bella che tu abbia mai visto proprio qui, sul fianco del colle.”
Ella lo fissó, l’uomo era molto pallido e sembrava triste.
“Perché sei così triste” gli chiese “e pallido come se fossi morto?”
“Guardami bene;” rispose lui “non mi riconosci?”
“Sì, ti riconosco, ora.”
Disse la donna. “Sei il giovane Brian che annegò lo scorso anno mentre era fuori a pesca. Perché sei qui?”
“Guarda il fianco della collina” rispose l’uomo “e capirai il perché.”
La donna guardò e vide una grande compagnia che danzava al suono di una dolce musica, in mezzo ad essa vi erano tutti coloro che erano morti da quando poteva ricordare uomini, donne e bambini tutti vestiti di bianco e con volti pallidi come la luce lunare.
“Ora” disse il giovane “scappa per salvare la tua vita, perché se le Fate riusciranno a portarti nella danza non sarai mai più in grado di lasciarle.”
Mentre stavano parlando, arrivarono le Fate e si misero a danzare in cerchio intorno a lei, tenendosi per mano.
Ella cadde svenuta sul terreno e non seppe altro fin quando si risvegliò al mattino nel suo letto, a casa sua.
Tutti videro che il suo volto era pallido come quello di un morto e seppero che era stata colpita dalle Fate.
Mandarono quindi a chiamare un erborista e fecero tutto il possibile per salvarla, ma invano, non appena quella notte sorse la luna intorno alla casa si udì una musica bassa e, quando guardarono la donna, era morta.
Vi è l’usanza che quando si getta via dell’acqua di notte si debba urlare a voce alta: “Attenzione all’acqua” o, letteralmente dall’Irlandese, “Andate via dall’acqua”.
Si dice infatti che gli spiriti dei morti che sono stati seppelliti per ultimi vaghino in quelle ore e sarebbe pericoloso se l’acqua cadesse su di loro.
Una buia notte invernale una donna gettò fuori improvvisamente una secchiata di acqua bollente senza pensare a pronunciare le parole di avvertimento.
Immediatamente si udì un grido come di una persona dolente, ma non si vide nessuno. Tuttavia, la notte seguente entrò nella casa un agnello nero con la schiena scottata di fresco, si sdraiò piangendo vicino al focolare e morì.
Allora seppero tutti che era lo spirito che era stato scottato dalla donna.
Portarono rispettosamente fuori l’agnello e lo seppellirono nel terreno, tuttavia, ogni notte alla stessa ora esso entrava nuovamente in casa, piangeva e moriva.
Dopo molte volte che accadeva questo, fu chiamato il prete, infine, grazie alla forza del suo esorcismo, lo spirito del morto ebbe riposo e l’agnello nero non apparve più.
Quando cercarono il corpo dell’agnello morto, non lo ritrovarono nella sua tomba, nonostante lo avessero seppellito profondamente con le loro mani e lo avessero ricoperto di argilla.
Prima che accada un incidente ad un’imbarcazione o una morte per annegamento si ode spesso una musica bassa, come se provenisse da sott’acqua, insieme a lamenti armoniosi e tutti coloro che sono in quella imbarcazione sanno che le Fate desiderano qualche giovane uomo o bella fanciulla ed egli o ella sarà destinato a morire.
La migliore prevenzione è quella di suonare e cantare all’interno dell’imbarcazione, perché le Fate amano talmente le voci e le musiche dei mortali da dimenticarsi di lanciare l’incantesimo fin quando il momento fatale non sarà passato e tutti coloro che sono nell’imbarcazione saranno salvi.
Emma.
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