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La Danza Fatata

In un tardo pomeriggio di novembre, che è il mese in cui gli spiriti hanno più potere su tutte le cose, mentre la ragazza più graziosa d’Irlanda stava andando alla fonte ad attingere dell’acqua, i suoi piedi scivolarono e cadde.

Era un presagio nefasto e quando ella si alzò e si guardò intorno le parve di essere in uno strano luogo e che intorno a lei tutto fosse cambiato come per incanto.

Ma ad una certa distanza vide una grande folla radunata intorno ad un fuoco luminoso e si sentì attratta lentamente verso di loro fin quando non si trovò in mezzo a quella gente, ma essi rimasero in silenzio, guardandola fissamente, ed ella si spaventò e cercò di voltarsi ed andarsene, non riuscendoci.

Quindi un bellissimo giovane, simile ad un principe, con una fascia rossa in vita ed un nastro dorato tra i lunghi capelli biondi si alzò e le chiese di danzare.

E’ una cosa sciocca che mi chiediate di danzare, signore,” disse lei “quando non vi è musica”.

Egli alzò quindi la mano, fece un cenno alla gente e subito risuonò intorno a lei la musica più dolce mai udita ed il giovane prese la sua mano e danzarono e danzarono fin quando la luna e le stelle calarono, ma ella pareva volare nell’aria e dimenticò tutto il mondo tranne la danza, la dolce e bassa musica ed il suo bellissimo compagno.

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Infine le danze cessarono ed il suo compagno la ringraziò, invitandola a cenare con la compagnia.

La giovane vide quindi un’apertura nel terreno ed una scalinata ed il giovane uomo, che pareva il Re di tutti loro, alla fine della scala entrarono in una vasta sala, tutta luminosa e piena di oro, d’argento e luci, la tavola era ricoperta da ogni bontà di cibo ed il vino veniva versato in coppe d’oro.

Quando sedette tutti la incoraggiarono a mangiare il cibo ed a bere il vino, ed ella, stanca per la danza, prese la coppa dorata che il principe le porgeva e la avvicinò alle labbra per bere.

Proprio in quel momento un uomo le passò accanto e le sussurrò: “Non mangiare alcun cibo né bere vino o non ritornerai mai più a casa tua”.

Così ella posò la coppa e rifiutò di bere.

A questo essi si infuriarono, fecero un grande rumore ed un fiero uomo scuro si alzò dicendo: “Chiunque venga da noi deve bere con noi”.

E prese il braccio della fanciulla, portandole il vino alle labbra tanto che ella quasi morì di paura.

Ma in quel momento si alzò un uomo dai capelli rossi e la prese per mano, conducendola fuori.

Per questa volta sei salva” disse. “Prendi questa erba e tienila in mano fin quando sarai a casa e nessuno ti farà del male”.

E le diede un rametto di una pianta chiamata edera terrestre.

Ella lo prese e fuggì via sull’erba nella notte oscura, ma per tutto il tempo udì dei passi che la inseguivano.

Raggiunse infine casa propria, sbarrò la porta ed andò a letto; da fuori si elevò un grande frastuono ed ella udì delle voci gridare: “Il potere che avevamo su di te è svanito a causa della magia di quell’erba, ma aspetta: quando danzerai nuovamente alla musica sulla collina rimarrai per sempre con noi e nessuno potrà impedirlo”.

Tuttavia, ella conservò con cura il rametto magico e le Fate non la molestarono più ma ci volle molto, molto tempo prima che il suono della musica a cui aveva danzato in quella notte di novembre sulla collina con il suo amante fatato lasciasse il suo ricordo.

Emma.

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