Il Ladro di Mayo e la Cavalla Feenish

Il Ladro di Mayo e la Cavalla Feenish

Un’altra figura disperata che rese nefasta la reputazione della stessa contea fu Capitan MacNamara.

Nonostante fosse un uomo di buona famiglia, ricco e dall’aspetto splendido, conduceva una vita di eccessi selvaggi e non si fermava davanti a nessun crimine pur di gratificare la sua passione o il capriccio del momento o trovare denaro da spendere nei suoi piaceri con l’insensata e sciocca stravaganza della sua natura maligna e dissoluta.

Questo perché aveva sperperato tutto il suo patrimonio ed ora viveva di frodi, menzogne e sopraffazione dei diritti altrui.

Proprio quando le sue finanze erano messe al peggio, venne chiamato a processo per alcuni atti illeciti riguardanti della terra e del bestiame appartenenti ad una ricca vedova che possedeva un bel luogo nei paraggi, anche se non vi viveva spesso essendo costantemente all’estero, Parigi o Roma, con il suo unico figlio erede della proprietà.

Accadde tuttavia che ella ritornò a casa in tempo per il processo, che le interessava in quanto riguardava un’audace appropriazione di parte della sua terra migliore, da cui MacNamara aveva rapito il bestiame e lo aveva rivenduto.

Altamente indignata per l’offesa recatale, la ricca vedova apparve alla corte
decisa a vendicarsi e venne ricevuta da tutti gli ufficiali con la massima distinzione e deferenza.

L’imputato venne sottoposto ad un esame torturante, in cui vennero esposte con spietata severità tutte le sue pratiche malvagie, ma la vedova non si curò di nulla vide davanti a sé solo uno splendido uomo nel fiore della vita, con una presenza magnifica, occhi lampeggianti e capelli corvini.

Venne subito soggiogata come per magia dal bel prigioniero sul banco degli imputati e, chiamando il suo avvocato, ordinò che il processo venisse fermato e non venissero chiesti danni.

Dopo questo, com’era naturale, tra la donna e l’imputato sorse un’immediata intimità, che sfociò infine nel matrimonio dei due.

L’unico figlio ed erede della vedova venne portato dalla scuola a vivere con loro perché, come osservò il capitano, era necessario che il ragazzo venisse presto istruito in merito alla gestione della proprietà.

Una sera, tuttavia, MacNamara tese una corda lungo una zona solitaria della strada da dove sapeva che il ragazzo sarebbe dovuto passare per cavalcare verso casa, di conseguenza il cavallo inciampò e gettò a terra il cavaliere.

Quando, quella notte, i servi e la gente andarono fuori con delle torce in cerca del giovane erede, venne trovato morto accanto alla strada.

L’intera proprietà rimase dunque della vedova, che la fece gestire interamente a MacNamara ed egli non perse tempo a fare buon uso delle grosse somme di denaro che erano finite sotto il suo controllo, ricadendo nella sua dissoluta stravaganza.

Nessuno sa come fosse la loro vita famigliare, perché difficilmente la moglie si faceva vedere quando lui dava delle feste, ma dopo un anno la contea venne a sapere con sorpresa della morte della ricca vedova, come veniva chiamata.

Venne trovata morta un mattino nel suo letto, con suo marito nel più profondo dolore questa la versione corrente.

Ma nello stesso periodo si sussurravano sospetti nei paraggi e si diceva che intorno al collo della povera e cara signora era stato trovato un segno nero molti sospettavano un raggiro, ma temevano di prendere misure contro il capitano da tanto terrore questi ispirava.

Nel frattempo, questi si consolò con un’altra moglie, una giovane che era stata la sua favorita molto tempo prima della morte della sua prima moglie.

Insieme condussero una vita spensierata fin quando non ebbero sperperato tutto il denaro della vedova.

Allora egli si unì ad una banda selvaggia di tagliagole e disperati che combattevano ed imbrogliavano la gente alle fiere ed alle corse ed erano il terrore dell’intero paese, in particolare, combattevano contro Joyce di Connemara, che giurò vendetta.

Il capitano aveva una famosa cavalla di nome Feenish, che poteva volare come il vento e vivere per giorni senza cibo.

Egli le aveva insegnato ogni sorta di strano trucco a stare in piedi sulle zampe posteriori ad entrare da una finestra ed a salire le scale ed il modo in cui questo capo di ladri aveva ottenuto il segreto del potere su uomini ed animali era ignoto.

Vicino ad un grande albero viveva un grosso corvo ed un giorno MacNamara rubò le sue uova, le portò a casa, le fece bollire e le rimise nel nido per vedere cosa avrebbe fatto quel vecchio uccello.

Ora, egli vide la saggezza di quel corvo femmina, perché una volta essa era volata presso una montagna vicina e trovata una certa pietra con virtù magiche, la portò nel suo nido nel becco.

Con questa pietra ella sfregò le uova dappertutto fin quando tornò in loro la vita ed a tempo debito nacquero dei piccoli forti e gioiosi come gli altri.

Avendo MacNamara osservato questo procedimento, attese la sua occasione ed un giorno, in assenza del corvo, rubò la pietra magica dal nido per provarla si strofinò la pietra dappertutto sul corpo, come aveva visto fare al corvo con le uova ed il risultato fu che immediatamente egli possedette dei doni meravigliosi.

Divenne in grado di prevedere gli eventi e di piegare la gente alla sua volontà, sapeva quando il pericolo era vicino e quale strada prendere per evitare i nemici che erano sulle sue tracce.

Quindi sfregò Feenish, la sua cavalla, dappertutto ed immediatamente ella divenne saggia come un umano e comprese ogni parola che le veniva detta.

Così Macnamara, forte di questi nuovi poteri, continuò la sua vita malvagia e rubò e depredò peggio di prima ed il sangue di molti uomini era sulle sue mani.

Infine la fazione dei Joyce decise di porre fine all’audace ladro e tutti i grandi Joyce del Connemara si radunarono in forze e lo inseguirono da un posto all’altro, da valle a monte per mezza contea.

MacNamara cadde in una torbiera, dove Feenish perse tutti e quattro i suoi ferri, la fece quindi nuotare nel fiume a Cong, dopo una lunga cavalcata durata tutto il giorno attraverso passi di montagna ma, quando la povera cavalla giunse dall’altra parte, cadde morta, con grande dolore del capo dei ladri, che la seppellì sull’isola di Lough Corrib che porta tuttora il suo nome Innis-Feenish.

Tuttavia, dopo che ebbe deposto nella terra la sua fedele amica, le energie lo abbandonarono e la sua fortuna svanì le sue ricchezze scomparvero, i suoi figli sperperarono tutto ciò che possedeva, i suoi due figli maschi morirono di morte violenta, infine, con lo spirito spezzato, mendico e solo al mondo, ultimo della sua razza, si ritrovò con null’altro che un vecchio pony grigio.

Con esso cavalcò fino a Cork, dove si imbarcò su una nave di emigranti diretta in America e lasció la sua vecchia terra, accompagnato dalle maledizioni di tutti coloro che lo avevano conosciuto, da allora non se ne sentì parlare mai più.

Emma.

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