Quest’estate durante i nostri tour, abbiamo portato le nostre ospiti Debora e Tiziana a visitare un luogo molto particolare.

Giá durante la prima diretta dal pozzo sacro di Tobernalt, si é scatenata la vostra curiositá e vi avevo promesso un articolo.
Il pozzo esisteva molto prima dell’arrivo del cristianesimo in Irlanda nel V secolo.
La sorgente ha origine sotto la scogliera a Carns Hill, da qui il nome Tobar san Aill, che significa il Pozzo della Scogliera.
Il pozzo naturale è situato in una piccola area boscosa, ci sono due tumuli sulla collina risalenti al neolitico ed é uno dei 117 pozzi sacri registrati nella contea di Sligo dall’Archaeological Survey of Ireland.
È una sorgente potente a flusso rapido e si dice che l’acqua possa curare disturbi agli occhi e disturbi mentali.
Forse proprio per questo le persone con handicap e disabilità, in passato, venivano portate qui e lavate nelle acque curative.
Il pellegrino di Tobernalt condivide una tradizione ancestrale ereditata da tempi remoti, prima che San Patrizio portasse il cristianesimo sull’isola.
Fu qui che i Celti tenevano la festa di Lughnasadh, l’inizio della stagione del raccolto.
Nel V secolo l’antico pozzo venne cristianizzato e la festa pagana, che aveva luogo all’inizio di agosto, fu sostituita dalla “domenica delle ghirlande”, una festa cristiana celebrata l’ultima domenica di luglio.
La domenica delle ghirlande è una fusione di tradizioni cristiane e celtiche.

Si narra che San Patrizio abbia visitato il sito, si inginocchiò davanti al grande blocco rettangolare di pietre adiacente al pozzo e mise la mano sulla roccia mentre si inginocchiava.
Mentre il diciassettesimo secolo volgeva al termine, i cattolici stavano diventando sempre più emarginati e perseguitati.
A quel tempo, fu introdotta una serie di “leggi in Irlanda per la repressione della popolazione” sempre più aspre, più comunemente note come “leggi penali”.
Queste erano strutturate in modo tale da discriminare i cattolici in diverse aree, fu decretato che nessun sacerdote poteva essere ordinato o educato in Irlanda e a tutti i monaci e vescovi cattolici fu ordinato di lasciare il Paese.
La gente si radunava in luoghi nascosti, fuori mano, per celebrare la messa cattolica, che messa fuorilegge era punibile con la morte.
Tobernalt divenne un luogo di rifugio e qui i sacerdoti celebravano la messa.
Nel sito sono presenti molti santuari cristiani e anche un albero a cui vengono legati stracci e altri oggetti cristiani come i rosari.
Il pozzo sacro è stato indicato come il più grande dono della natura al popolo di Sligo e della diocesi di Elphin.
Molte modifiche sono state fatte, alla fine del XIX secolo un altare fu aggiunto dal convento delle Suore della Misericordia, che era fatto con pietre raccolte dal bordo di Lough Gill.
In quell’anno furono realizzati restauri, nuovi santuari e la costruzione del piccolo ponte.
La grande tempesta “Debbie” distrusse gran parte del sito nel 1961 quando caddero due grandi alberi.

Questa poesia, composta dalla signora Kathleen Brady, racconta il grande amore che la gente di Sligo nutre per il Pozzo Sacro:
My Own Place
The drizzling rain, the dripping ferns
At Tobernalt the candle burns.
Sweet smells of summer, eglantine,
Primroses, garlic and woodbine.
The little bridge, the rushing stream,
In the icy depths, the pennies gleam.
The bush is decked with ribbons gay,
That makes me pause awhile and pray.
For the sick and poor who are all alone,
My fingers touch the saint’s stone.
I wish for health and wealth and love
And every grace from Heaven above.
I light my candle – lift my face
To the ancient altar – my own place.
Traduzione
Il mio posto
La pioggia battente, le felci gocciolanti
A Tobernalt la candela brucia.
Dolci odori d’estate, eglantina,
Primule, aglio e legno
Il piccolo ponte, il flusso impetuoso,
Nelle profondità ghiacciate, i penny brillano.
Il cespuglio è decorato con nastri,
Questo mi fa fermare un po’ e pregare.
Per i malati e i poveri che sono soli,
Le mie dita toccano la pietra del santo.
Desidero salute, ricchezza e amore
E ogni grazia dal Cielo
Accendo la mia candela – alzo il viso
All’antico altare – il mio posto.
Emma.
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