Féile Na Marbh, Festa dei Morti, era in origine un festival del raccolto.

L’antico anno celtico era diviso in quattro stagioni e calcolato secondo il calendario lunare.
La luna piena che si ergeva a metà strada tra l’equinozio d’autunno e il solstizio d’inverno era chiamata Samhain.
L’inverno si stava avvicinando, i raccolti stavano morendo, i giorni si stavano accorciando e lo spettro della morte era sospeso nell’aria.
I bovini venivano macellati e salati per nutrire la popolazione durante l’inverno.
Le colture erano state raccolte e immagazzinate per timore che il Pooka distruggesse i frutti del campo provocando una carestia.
Con i magazzini pieni, i Celti festeggiavano i 3 giorni di luna piena prima di affrontare l’ignoto, ovvero oiche shamhna, Samhain e Lá na Marbh.
Consumati dalla paura di essere trasportati via nella terra dei morti, gli irlandesi accendevano enormi falò per allontanare le forze del male.
Di notte ascoltavano i seanchaí che raccontavano come i Gael avevano sconfitto i magici Tuatha De Danaan e quest’ultimi affliggevano i loro conquistatori con inganno, privandoli di latte e grano.
Alla fine, fu raggiunto un compromesso e la terra fu divisa in due parti.
I Gael avevano vinto il diritto di vivere sulla terra, i Tuatha De Danaan hanno accettato di vivere sottoterra.
A Samhain il velo tra questo e l’Altromondo é sottile e le fate scorrazzavano tra i tumuli che segnano gli ingressi ai loro luoghi di abitazione, molti mortali scompaiono, attirati a vivere per sempre sottoterra con le fate dei Sidhe.
Questa era Féile Na Marbh, Festa dei Morti.
I bambini nati in questa notte sono benedetti con la doppia vista, ossia sono in grado di vedere e giocare con le fate.
Gli antenati da tempo morti cercavano il calore di un focolare e la comunione con i vivi.
In ogni finestra, candele tremolanti illuminavano la strada per le anime perse.
Nel 432 A.D. San Patrizio portò il cristianesimo in Irlanda, ma le vecchie tradizioni continuarono.
Roma ha cercato di assorbire la tradizione nel suo calendario, per secoli, la Chiesa aveva onorato i suoi martiri e santi il 13 maggio, ma nell’ 844 Papa Gregorio IV trasferì la festa dei santi al 1° novembre, ribattezzandola Giorno di Ognissanti.
Cinquecento anni dopo, i discendenti dei celti, continuavano a celebrare la loro Festa dei Morti di 3 giorni.
Nel quattordicesimo secolo, Roma decretò che il 2 novembre sarebbe stato soprannominato il giorno dei morti e le messe sarebbero state dette per i defunti che non erano ancora stati ammessi in paradiso.
Nel tentativo di sradicare definitivamente l’antica festa, il 31 ottobre è stato intitolato All Hallows Eve e installato sul calendario della Chiesa come una veglia di preparazione per l’osservanza religiosa di due giorni (i santi e i morti).
Il cristianesimo aveva assorbito Samhain, ma la cerimonia celtica di onorare i morti è rimasta, era ancora la notte in cui le anime venivano liberate.
Le rape scavate sono state scolpite con facce spaventose, illuminate da candele e poste alle finestre per spaventare i fantasmi.
Le persone indossavano maschere quando viaggiavano per nascondersi dalle creature della notte.
I giovani andavano di casa in casa cantando e cercando del cibo, nel nome di Finn Mac Cuill, un discendente dei Tuatha De Danaan.
Halloween in Irlanda é la festa celtica piú sentita.
Ci tengo a ricordarvi che purtroppo, ancora oggi e non solo in tempi antichi, questa celebrazione viene criticata e demonizzata, l’ignoranza in materia é molta.
Si é convinti che sia una festa Americana, invece, é nata proprio qui nella vecchia Europa, in Irlanda, é una festa contadina e non satanica, é la fine dell’anno celtico e non una carnevalata.
I legami di questa festa sono presenti sul territorio italiano fin dai tempi dei romani con il mundus patet, inoltre si onorava Vertumno, la divinità romana di origine etrusca.
In sardegna troviamo Is Animeddas e is Panisceddas e la Notte delle Lumere nel nord Italia, per non parlare del cibo offerto ai defunti.
In sicilia vi é l’antica tradizione della frutta martorana e della letterina scritta qualche giorno prima della notte del 31 ottobre, tutti i bambini scrivono una letterina ai propri cari defunti descrivendo quale dono desiderano ricevere in regalo e la nascondono da qualche parte per casa.
Emma.
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