Sheela-na-Skean

Sheela-na-Skean

Nella contea di Cork, vicino a Fermoy, vi sono le rovine di una casa colonica che hanno una funesta fama.

Molti anni or sono vi viveva un ricco allevatore, che si diceva avesse mucchi d’oro nascosti nella sua stanza da letto. 

Alcuni sostenevano che dormiva con un sacco d’oro sotto il cuscino. 

Tuttavia, una notte venne trovato crudelmente assassinato e tutto l’oro presente nella casa era sparito, fatta eccezione per alcuni pezzi intrisi di sangue, che erano stati evidentemente persi dagli assassini in fuga. 

Il vecchio a quel tempo viveva solo, la moglie era morta ed il suo unico figlio viveva in una zona lontana della contea ma, non appena seppe della morte del padre, ritornò. 

Furono fatte investigazioni accurate ed infine i sospetti caddero sulla domestica e sul suo amante, che era solita fare entrare in casa. 

Furono quindi arrestati e processati, la domestica, Sheela-na-Skean, o Sheela dal coltello, come venne chiamata in seguito, era una donna, fiera e potente, nota per il suo carattere violento e vendicativo.

Il suo amante era invece debole e codardo e confessò per salvarsi la vita, disse di non avere avuto alcuna parte nell’omicidio, anche se aveva aiutato Sheela a rimuovere e seppellire l’oro. 

Secondo il suo racconto, Sheela era entrata di notte nella stanza del vecchio e prendendo una corta spada affilata che era sempre appesa alla testata del letto dell’uomo, lo colpì più volte fin quando non respirò più. 

Quindi chiamò il suo amante ed insieme frugarono per la stanza, dove trovarono grandi quantità di ghinee d’oro, le misero in una borsa e corsero via per i campi, dove la seppellirono in un luogo sicuro conosciuto a loro soli, ma né lui né Sheela avrebbero rivelato il luogo a meno che non avessero ricevuto la grazia.

L’omicidio era tuttavia troppo atroce per concedere la grazia e Sheela venne impiccata tra le urla e le maledizioni della gente, ma ella rimase fiera e insolente fino alla fine, rifiutandosi di rivelare il luogo dove avevano sepolto il denaro. 

Il suo amante, nel frattempo, era morto di paura in prigione perché, dopo la pronuncia della sentenza, era caduto a terra e non si era più ripreso. 

Così il segreto del nascondiglio morì con loro. 

Dopo questi fatti il figlio del morto andò a vivere in quel luogo ed in famiglia venne mantenuta viva la tradizione dell’oro, ma tutti gli sforzi fatti per ritrovarlo furono vani.

rovine

Accadde quindi una cosa strana, il fattore sognò per tre notti di seguito che, se fosse andato a mezzanotte ad un vecchio castello in rovina nei paraggi, avrebbe udito delle parole gli avrebbero svelato il segreto dell’oro, ma doveva andare solo. 

Così, dopo il terzo sogno il fattore decise di fare quanto ordinatogli e a mezzanotte andó nel luogo indicato. 

I suoi due figli, uomini fatti, attendevano ansiosamente il suo ritorno e circa un’ora dopo la mezzanotte, il padre tornò a casa bianco come un fantasma, sconvolto e tremante. 

Lo misero a letto ed in breve fu in grado di raccontare loro le sue avventure. 

Disse che, arrivato alle rovine, si diresse verso il muro ed attese in silenzio le parole promesse. 

Quindi ebbe l’impressione di sentire come un respiro sul suo volto ed udì una voce bassa sussurrargli nell’orecchio: “Se vuoi trovare la borsa dell’oro vai alla terza pietra”.

Qui disse il fattore lamentosamente, ma la voce si fermò prima di nominare il luogo dov’era nascosto l’oro perché, in quel momento, si udì un terribile grido ed apparve il fantasma di Sheela, gigantesco e terribile, le sue mani grondavano sangue ed i suoi occhi emanavano fuoco.

Si precipitò verso di me per attaccarmi brandendo una spada corta ed affilata che faceva roteare sul suo capo, probabilmente la stessa con cui aveva commesso l’omicidio. 

Vedendo questa terribile apparizione sono scappato verso casa ma Sheela mi correva dietro con salti e grida, quando raggiunsi le mura del castello si immerse nel terreno e scomparve ma sono certo che, da quanto diceva la voce, la borsa con l’oro sia sotto la terza pietra nel…

…Non disse altro, perché in quell’istante la porta della stanza si aprì con violenza come per un vento forte, la candela si spense lo sfortunato uomo venne sollevato dal suo letto da mani invisibili e venne sbattuto a terra con un fracasso incredibile. 

Nel buio i due uomini poterono udire i lamenti, ma non videro nessuno. 

Quando riaccesero la candela andarono dal padre ma lo trovarono morto, con un segno nero intorno al collo come se fosse stato strangolato da una mano potente.

Così il segreto dell’oro rimase inviolato.

Dopo il funerale e dopo che ebbero sistemato tutti gli affari, i fratelli furono d’accordo a continuare a cercare l’oro tra le antiche rovine del castello, nonostante l’apparizione della terribile Sheela. 

Così, una notte a mezzanotte si armarono di vanghe e grossi randelli come difesa e  procedettero ad esaminare ogni terza pietra delle grosse mura da altezza uomo fino a terra, in cerca di qualche segno o marchio segreto grazie al quale avrebbero magari potuto trovare la vera pietra. 

Mentre lavoravano, una sottile luce blu apparve improvvisamente ad una certa distanza nella corte interna del castello e vicino ad essa vi era il fantasma del padre che puntava con la mano aperta verso una pietra nel muro.

Essi pensarono che dovesse essere certamente il nascondiglio e si affrettarono ma prima che potessero raggiungere il luogo, apparve la terribile Sheela, più spaventosa di quanto possano descrivere le parole, vestita di bianco e con un cerchio di fiamme intorno al capo.

Prese il fantasma con le sue mani insanguinate e lo trascinò via con orribili grida ed imprecazioni. 

E, lontano, nell’oscurità poterono udire la lotta che continuava e le grida di Sheela che perseguitava il fantasma.

“Ora” dissero i giovani “lavoriamo mentre stanno lottando” e tirarono via completamente la terza pietra su cui era rimasta la luce blu una larga pietra piatta che venne via facilmente, tolta quella, trovarono una grande borsa piena di ghinee d’oro lucente, quando la tolsero dal terreno si udì da lontano un terrificante strepito ed un urlo acuto nell’aria. 

Quindi passò loro accanto una folata di vento e la luce blu svanì ma loro non udirono nulla, presero la borsa e la portarono con sé. 

Le grida parvero inseguirli fin quando raggiunsero le mura esterne del castello, quando tutto divenne silenzioso, fecero il resto della strada in pace e raggiunsero la loro casa senza problemi. 

Da quel momento il fantasma di Sheela-na-Skean cessò di infestare il castello ma talvolta si udivano lamenti e pianti durante la notte all’interno della casa e nei suoi paraggi, i fratelli allora la abbatterono e la lasciarono in rovina, costruendosi una bella residenza con parte del tesoro perché ora erano ricchi e vissero per sempre felici e prosperi con le loro famiglie.

Emma.

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