Fake! Questo non é vero

Fake! Questo non é vero

In rete continuano a circolare foto che vengono spacciate per luoghi presenti sull’isola di smeraldo ma non é cosí, oppure narrano storie non del tutto veritiere.

Castle Island?

Su Facebook, Instagram, Pinterest e altri social circola da diverso tempo questa foto accompagnata dalla didascalia “Castle Island, Dublin Ireland”, ma in realtá é frutto di photoshop. 

Cosí come la vediamo si tratta di una pura immagine di fantasia, in cui vengono fuse due immagini reali, l’isola di Khao Phing Kan, conosciuta anche come “James Bond Island”, in Thailandia, e appollaiato in cima una parte del castello di Lichtenstein in Germania.

Irlanda?

Vágar, isole Fær Øer

Al contrario questa foto é reale, ma no é l’Irlanda ad essere ritratta, bensí l’isola di Vágar, una delle 18 isole delle Isole Fær Øer e la più occidentale delle cosiddette grandi isole.

Recentemente si sono aggiunte altre due foto che sono reali, ma le storie dietro ad esse sono state modificate o romanzate.

Schiavi irlandesi?

Partiamo con quella foto che a quanto recitano le didascalie dovrebbe mostrare un ascensore minerario pieno zeppo di “schiavi irlandesi in America”.

Mentre la data esatta e le circostanze della foto sono sconosciuti, l’immagine non è quasi certamente quella di “schiavi irlandesi” negli Stati Uniti.

Da un punto di vista fattuale, quella forma di schiavitù non esisteva in America.

Da un punto di vista contestuale, la foto non sembra essere stata scattata negli Stati Uniti.

Tra gli indizi, gli zoccoli o sabot, le scarpe di legno erano comuni nella classe operaia della Francia e dei Paesi Bassi durante la rivoluzione industriale.

Questa osservazione presta credito alla teoria piú popolare dei social sull’immagine, ovvero che si tratti di lavoratori italiani in una miniera belga verso la metà del ventesimo secolo.

Se volete approfondire clicca qui.

Qualcosa non torna!

Altra foto che anche noi abbiamo condiviso la foto sul nostro gruppo Sognando l’Irlanda, ma con questo post: foto di una volontaria dell’IRA a Belfast é diventata uno degli scatti più iconici dei Troubles. Un giorno del 1973, il fotografo Colman Doyle passò da Agnes Street mentre si dirigeva dall’Ardoyne verso il centro città: “Ho sentito qualcuno sparare e poi ho visto questa donna. Era in piedi dietro un angolo, con in mano quella pistola ma solo io riuscì a scattare la foto dopo che aveva sparato”.

Invece in altri siti si legge una storia strappalacrime, usata per generare like e condivisioni: fotografia scattata in Irlanda nel 1972 di una donna che usa il fucile del suo fidanzato ferito in una battaglia contro l’esercito britannico. Il suo fidanzato ferito è sopravvissuto dopo essere stato trasportato in auto in un luogo sicuro, mentre la sua ragazza si è scontrata con i soldati britannici fino a quando non è stata colpita e uccisa.

Poesia antica o moderna?

Ultimo fake non é una foto ma una poesia, quella  scritta durante l’epidemia della peste nel 1800 attribuita a un’autrice, Kitty O’Meary, nata nel 1839 e deceduta nel 1888.

Bene, con grande piacere vi annuncio che l’autrice  Kitty O’ Meara é viva e vegeta e la poesia é odierna, si riferisce ai tempi della pandemia da coronavirus.

La poesia é stata pubblicata il 16 marzo 2020, sul suo blog The Daily Round

Per le notizie fake ho preso informazioni dai siti Butac e Bufale.net

Emma.

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