Dagda-e-l'arpa

Dagda e l’Arpa

Dagda, in irlandese An Dagda, che significa “il dio buono oppure grande”, era il più importante degli dei ancestrali irlandesi, il capo dei Tuatha dé Danann.

Dio della vita e della morte, ma anche delle stagioni, dell’agricoltura, della fertilità, della magia, viene raffigurato come una figura paterna, un re e un druido. 

Dagda era un mistico essere soprannaturale con poteri magici e la sua forza derivava dalla sua conoscenza dei poteri nascosti, che nelle antiche credenze irlandesi era il più alto tipo di saggezza.

Dagda nel folklore irlandese viene descritto come un gigante, con la barba lunga e indisciplinata, con indosso un mantello di lana. 

Aveva sempre un comportamento e abbigliamento trasandato, con abiti fuori misura che lasciavano parti del suo corpo scoperte.

Dagda abitava a Brú na Bóinne, una serie di tumuli neolitici sulle rive del fiume Boyne nella contea di Meath.

Figlio di Elatha ed Ethniu, aveva sposato la temibile Morrigan da cui nacquero Brigid e Midir.

Una delle sue innumerevoli amanti era Boann, la dea del fiume Boyne, e moglie di Elcmar, giudice dei Tuatha dé Danann, da cui ebbe Aengus. 

Per nascondere la loro relazione, Dagda fermò il sole per nove mesi, permettendo a Boann di portare a termine la gravidanza e dare alla luce il bambino in un solo giorno.

Dagda possedeva tre importanti doni:

– Il coire ansic, il calderone dell’abbondanza, che non si esauriva mai e poteva sfamare tutti gli uomini;

– Il lorg mór, un potente bastone che possedeva due poteri distinti, la testa poteva uccidere un uomo, mentre il manico poteva riportarlo in vita;

– L’uaithne, un’arpa decorata scolpita nella quercia e solo il Daghda poteva ottenere musica dalle sue corde. Quest’arpa poteva mettere le stagioni nel giusto ordine e comandare le volontà e le emozioni degli uomini. Dagda poteva suonare tre tipi di melodia con la sua arpa inducendo i suoi ascoltatori a dormire, ridere o piangere.

Oltre a questi oggetti, Dagda possedeva anche due maiali: uno sempre in crescita, l’altro sempre arrosto, ed un frutteto che produceva perenni frutti dolci.

Mitologia

Quando i Fomori si stavano preparando a combattere i Tuatha de Danann nella seconda battaglia di Moytura, alcuni dei loro guerrieri sentirono parlare della meravigliosa arpa di Dagda. 

La suonava quando gli uomini andavano in battaglia, la sua melodia avrebbe fatto dimenticare all’esercito tutte le paure, e si sarebbero lanciati nella lotta pensando solo all’onore e alla sete di sangue. 

Alla fine di una giornata di combattimento, avrebbe suonato per i guerrieri sopravvissuti al loro ritorno a casa, e la sua canzone avrebbe tolto loro tutta la stanchezza dai cuori, e avrebbe lasciato loro dimenticare il dolore per i loro compagni caduti, e pensare solo alla gloria che avevano conquistato.

Decisero che sarebbe stato un duro colpo per i Tuatha de Danann se fossero riusciti a impossessarsi di questa meravigliosa arpa e impedire a Dagda di usarla. 

E così, mentre la battaglia infuriava e la sua casa era incustodita, alcuni guerrieri fomoriani si intrufolarono e rubarono l’arpa magica di Dagda.

Speravano che la loro parte vincesse la battaglia, con il grande e terribile Balor a capo delle forze fomoriane, ma nulla è mai certo in una guerra, e così si rifugiarono in un castello deserto in attesa di notizie, e appesero l’arpa sul muro. 

In poco tempo, i resti sconfitti dell’esercito fomoriano iniziarono a passare lungo la strada verso di loro, e seppero che avevano perso la battaglia. 

Si consolarono con il fatto che avevano preso uno dei tesori del Dagda, e si assicurarono che fossero tutti tra l’arpa e la porta, nel caso qualcuno venisse a recuperarla.

Quando i Tuatha De Danann tornarono a casa dalla battaglia, celebrando la loro grande vittoria, chiamarono Dagda a suonare la sua arpa e fu allora che ne scoprirono la mancanza.

Anche dopo la feroce giornata di combattimento, il Dagda si alzò immediatamente e gridò: “Chi verrà con me a cercare la mia arpa?”

Ogma e Lugh si alzarono immediatamente e si offrirono volontari per recuperare l’arpa di Dagda dai Fomoriani. 

Partirono subito alla ricerca dei resti dell’esercito, alla fine giunsero al castello dove i Fomoriani si erano accampati, e lì videro l’arpa di Dagda appesa al muro. 

Ogma guardò la grande massa di guerrieri fomoriani che dormivano davanti a loro, erano molto più numerosi di loro tre, e si chiese come avrebbero fatto a superarli, ma Dagda allungò le braccia e chiamò la sua arpa e l’arpa balzò dal muro e corse dritta verso di lui.

I Fomori si svegliarono al suono e sguainarono le armi per avanzare sui tre uomini dei Tuatha de Danann e Lugh sussurrò a Dagda “Penso che faresti meglio a suonare la tua arpa!”

Il Dagda colpì le corde con la mano e suonò la musica dell’allegria, i Fomoriani, loro malgrado, cominciarono a ridere così forte che le armi scivolarono via dalle loro mani e i loro piedi iniziarono a ballare, ma quando la musica si fermò, raccolsero di nuovo le armi e iniziarono ad avanzare.

Poi Ogma disse al Dagda: “Penso che faresti meglio a suonare la tua arpa!” E questa volta, quando il Dagda ha colpito le corde, ha evocato la Musica del Dolore. 

Tutti i Fomoriani cominciarono a piangere, ma quando la musica svanì, ripresero le armi.

Infine Dagda ha suonato le corde della sua arpa così piano che sembrava non emettere alcun suono, ma emise la Musica del Sonno e sebbene si sforzassero di tenere gli occhi aperti, ogni Fomoriano cadde nel sonno.

Lugh, Ogma e Dagda li lasciarono dormire lì, e se ne andarono, da allora mai più nessuno rubò l’arpa del Dagda.

Emma

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